CRISI IDRICA? NO, POLITICA
Nella conferenza stampa tenuta a Benevento il Coordinamento delle contrade ha raccontano le ultime vicende sul blitz dei rubinetti a secco tornato in primo piano sull’ultimo numero dell’ ESPRESSO. Il settimanale, infatti, riprendendo le denunce del Coordinamento, ha dimostrato anche la poco edificante gestione politica dell’ “emergenza anomala” da parte dei responsabili dell’Udeur, alcuni dei quali – come l’assessore regionale alle Acque Luigi Nocera appena dimessosi e la presidente del consiglio regionale Sandra Lonardo Mastella che ha coordinato il tavolo dell’emergenza – sotto inchiesta per altre questioni.
Ma non è tanto l’esito di queste vicende giudiziarie che interessa quanto il segno di malcostume nella gestione della cosa pubblica che danneggia tutti. Il “sistema Mastella”, infatti, non è l’unico del genere: il clientelismo per recuperare voti è diffuso in Italia. Ma questo sistema diventa inaccettabile se grazie allo sponsor politico vincono gli uomini, i progetti, gli accordi peggiori, sparisce ogni forma di trasparenza e si effettuano scelte che distruggono il territorio, il futuro della gente, la loro salute, la possibilità di trovare un lavoro, compresa l’opportunità di godere di un bene prezioso come l’acqua. Ora, infatti, che per colpa dei cambiamenti climatici l’acqua sta diventando un bene prezioso come il petrolio, si può immaginare quale potente strumento di clientela, di ricatto politico e sociale, quale serbatoio di voti può rappresentare.
Da questa storia, dunque, sembra fondamentale recuperare la trasparenza negli atti pubblici, non dare più deleghe in bianco ai politici e riappropriarsi degli strumenti messi a disposizione dei cittadini dalla democrazia: fra questi la convenzione di Aarhus che in Italia è legge dello Stato e che introduce il concetto della partecipazione del singolo o di associazioni ai processi decisionali mentre sono in atto, per valutare la validità delle soluzioni prima che vengano adottate. Perché i soldi pubblici sono dei cittadini e la gestione clientelare penalizza proprio i cittadini.
Ecco dunque, quali sono i meccanismi grazie ai quali la “casta” li prende in giro (raccontati nella pagina “Verità Acqua”) anche grazie a tecnici di fiducia politica: le spiegazioni fornite, infatti, dai responsabili dell’acquedotto regionale campano hanno alimentato il caos mediatico di un’emergenza annunciata, che si poteva evitare e che, invece, è stata cavalcata per fini intuibili ma non ancora chiariti.
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